Riparazione del meccanismo di comando del contachilometri
Se la rottura del tachimetro/conta km su una qualsiasi moto è da considerarsi un problema irrilevante (ammesso di non dover transitare davanti ad una fotocellula autovelox), per il nostro Dominator, privo della spia della riserva del carburante, conoscere esattamente i km percorsi diventa un'assoluta necessità. Purtroppo la rottura dello strumento non è cosa rara, anzi per una serie di fattori che spiegheremo più avanti nell'articolo, è piuttosto comune.
Iniziamo col dire che il problema ha due possibili cause:
- rottura del filo che unisce il rimando alla ruota con lo strumento
- rottura dell'ingranaggio di rimando alla ruota
Per individuare quella esatta, sarà necessario procedere "per esclusione" ovvero verificare prima l'integrità del cavo che automaticamente ci farebbe ricadere nella seconda ipotesi.
Mentre la risoluzione del primo caso è piuttosto "indolore" per il nostro portafogli trattandosi di una spesa compresa tra gli 8 ed i 25 Euro a seconda si scelga il ricambio originale o meno, per la seconda ipotesi la spesa sale di parecchio attestandosi tra gli 80 ed i 150 Euro (sostituzione completa ingranaggio di rimando alla ruota).
Questo almeno sino a che il nostro caro Cesaredb (in arte Angus) non si è preso a cuore la questione fornendo una soluzione veramente "low cost".
La rottura è infatti dovuta al deterioramento della rotante in nylon che aziona la vite senza fine collegata al cavo conta km.
Sarà quindi sufficiente sostituire tale ingranaggio del costo di una ventina di euro, per riavere uno strumento preciso e perfettamente funzionante.
Analizziamo ora in dettaglio tutte le fasi dell'operazione.
Nel nostro caso la moto è stata sollevata per lavorare con maggior comodità utilizzando un cavalletto manco a dirlo "autocostruito".
Smontiamo le plastiche copri stelo delle forcella svitando le relative viti.
Allentiamo le 4 viti che bloccano il perno della ruota.
Allentiamo il perno della ruota.
Smontiamo la pinza freno allentando i due bulloni di fissaggio.
E con una "delicata" operazione che richiede una grande sensibilità agli arti inferiori, sfiliamo il perno che sostiene la ruota sino a liberarla completamente.
Ed ecco finalmente il nostro famigerato ingranaggio di rimando che viene venduto "completo" nelle migliori gioiellerie a 150€.
Con l'ausilio di una pinza a becchi lunghi estraiamo l'ingranaggio di rimando
che presenta inequivocabilmente alcuni segni di usura.
Direi che il "prima" e "dopo" la cura è piuttosto eloquente.
Prima di sostituire il nuovo ingranaggio, passiamo alla fase di pulitura ed ingrassaggio delle parti iniziando da un bel tuffo nel blù (comune gasolio da autotrazione).
Con l'aiuto di un pennellino puliamo accuratamente tutto l'alloggiamento dell'ingranaggio
e rimuoviamo con una pinzetta tutti i residui lasciati dal deterioramento dei dentini dell'ingranaggio.
Una bella soffiata al tutto non guasta mai, fate solo attenzione a non sparare via le rondelle di spessore che vi sono all'interno.
Ingrassiamo bene il tutto con un comune grasso multiuso
e riponiamo correttamente le renelle di spessore.
Diamo una bella ingrassata anche al nuovo ingranaggio.
Prima di rimontare il tutto vale la pena di verificare anche la corretta funzionalità del cavo. Si è notato infatti che nel nostro caso, la rotazione dello stesso risultava molto dura; probabilmente infiltrazioni di acqua o formazione di condensa all'interno della guaina hanno provocato un arruginimento del cavo compromettendone la rotazione, ed andando così a "caricare" enormemente la rotazione dell'ingranaggio di rimando alla ruota provocandone la rottura. Consigliamo quindi di verificare periodicamente la "naturale" rotazione del cavo all'interno della guaina e di provvedere alla relativa pulizia per preservare la durata dell'ingranaggio.
Si procede quindi, dopo aver smontato il paravento fissato alla piastra forcelle, a svitare la ghiera di fissaggio della guaina cavo allo strumento. Tale operazione và compiuta obbligatoriamente a mani nude per preservare la delicata ghiera in alluminio.
Liberato quindi il cavo da entrambe i lati, si potrà sfilare il cavo stesso tirandolo dalla parte bassa.
A questo punto si provvederà ad un energica pulitura del cavo (con l'aiuto di carta abrasiva molto fine) e dell'interno guaina iniettando dalla parte alta una buona quantità di olio lubrificante che scorra all'interno ripulendo da eventuali residui di ruggine tutta la guaina; sarà anche in questo caso utile una bella soffiata di aria compressa finale. Conclusa l'operazione sarà possibile re inserire il filo nella corretta posizione verificando la "comoda" e corretta rotazione dello stesso. Ottenuto un soddisfacente risultato, si potrà riavvitare la ghiera allo strumento e procedere (in ordine inverso allo smontaggio) al rimontaggio di tutte le parti.
Non vi sono particolari difficoltà nel rimontare la ruota, salvo avere l'accortezza di ripristinare la distanza tra le pastiglie freno (che si saranno unite sotto la spinta dei pistoncini), prima di provvedere al montaggio della pinza freno.
Nel nostro caso, colti da un eccesso di zelo, sono stati "tirati" i bulloni della pinza freno utilizzando una chiave dinamometria (improponibile acquistarne una visto il costo) impostata su 3,5 Kn.
Concludo presentando, a tutti coloro che non hanno avuto l'onore di conoscerlo personalmente, l'uomo che ha reso possibile tutto ciò, Cesaredb, in arte Angus al quale vanno i miei più sinceri ringraziamenti, per tutto quello che ha fatto e che (conoscendolo) continuerà a fare.
Cesaredb & Domiceb
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