LA VIA DEL SALE

7-8-9 LUGLIO 2006

Resoconto di DOMICEB

 

 

In Italia vi sono diversi itinerari conosciuti come “Via del Sale”, antichi percorsi che univano le località di mare con l’entroterra, quello che ci riguarda si sviluppa partendo da Cuneo e valicando le Alpi Italo-Francesi sino a raggiungere il Mar Ligure presso Ventimiglia.

Come “campo base” della nostra spedizione è stata scelta la cittadina di Limone Piemonte, facilmente raggiungibile percorrendo un’ampia strada statale e sita a pochi chilometri dal confine Francese e dal Colle di Tende ove partono quasi tutte le bianche strade sterrate. Il campeggio locale (l’unico) si è rivelato ottimamente gestito e mantenuto in maniera impeccabile, ottima anche la disponibilità dei proprietari che ci hanno concesso un arrivo “fuori tempo massimo” (orario di chiusura 22:00) aspettando pazientemente gli ultimi arrivati di venerdì sera. L’intero paese sembra proteso verso i motociclisti; sarà forse per l’abitudine della gente a vedere un numero spropositato di “rumorosi” ed “impolverati” centauri, ma veramente si è percepita ospitalità e cordialità in ogni persona incontrata, dal benzinaio al barista all’edicolante. Ma veniamo al resoconto cronologico di questa magnifica 3 giorni.

 

Venerdì 7 Luglio

L’arrivo al camping di Limone Piemonte è previsto con diverse modalità e tempistiche:

Io e Do-Maniac, unici a partire da Milano in moto, arriviamo verso le 18:00. Nostro incarico è quello di procurarci le cartine dettagliate della zona, che troviamo presso l’edicola locale. Cordialissimo, l’edicolante, ci ha accolto con una esaustiva presentazione del percorso e con alcune “dritte” su quali fossero le strade migliori da percorrere. Verso le 19:00 ci raggiungono anche Domy 74 e Marco 61 con i quali, dopo l’immancabile birra di Ben Rivisti, ci avviamo al campeggio per iniziare a preparare il bivacco.

Domiceb e Do-Maniac all’arrivo al camping

 

Il furgone di Marco 61

 

Le nostre piazzole tenda con tanto di gazebo

 

Domi 74 proprio non vuole bere !!!

 

In tarda serata ci raggiunge anche chi era partito da Milano con il furgone e si uniscono quindi a noi Toldessa, Maxolino, Gionik, Waltz e CesareDb.

L’importante è essere ORDINATI

 

La fortuna ha voluto che proprio di fianco alla nostra piazzola tenda, vi fosse un maxi gazebo con tanto di tavolone in legno da 20 posti, giusto quello che ci serviva per organizzare le nostre cene eventualmente protetti dalla pioggia. E allora verso le 22:00 (ora nobile) iniziano i “bagordi” a base di ottimo salame (dal Varzi al Felino al Veneto alla Sopressata alla salsiccia piccante ecc.) e buon vino tutto rigorosamente “recuperato” dai partecipanti.

Festa del Colesterolo

 

Tutto comunque nella norma, anche in considerazione della giornata che ci attende l’indomani. Quindi tutti a nanna “presto”… domani la sveglia è alle 9:00 !!!

 

Buonanotte.

 

 

Sabato 8 Luglio

Sarà l’impazienza, sarà l’ansia …. sarà la cena di ieri …. fatto stà che alle 8:00 tutti erano già in piedi!

 

Gli ultimi controlli alle moto, si indossano i “paramenti”, si fa colazione e si attende l’arrivo di chi ci doveva raggiungerci oggi.

CesareDb regola la leva del cambio… con gli stivali non è comodo le prime volte

 

Gionik “smonta” tutto !!!

 

Marco61 e CesareDb danno un’ultima occhiata alla pressione delle gomme

 

Verso le 10:00 arrivano DD75 e l’amico, da Torino in moto, e anche gli “infiltrati speciali” ovvero 2 BMW e uno spettacolare KTM LC8 pilotati rispettivamente da Andrea, Giuliano e Giacomo, e l’Africano Admo.

CHE SPETTACOLO !!!

 

Admo si prepara per le Crociate

 

Ci raggiunge inoltre il babbo di Toldessa, Vittorio, a bordo di una spettacolare BMW stradale con tanto di impianto stereo…. un figurino alla faccia degli anni che …. diciamo sono più di ANTA, per non parlare poi del mezzo con il quale si unirà a noi: Husquarna 250 4T, bellissima.

Mitico Vittorio

 

Bene tutto è pronto per il Briefing. Sale in cattedra il Professor Walter, che dall’alto della personale esperienza fuoristradistica, indottrina tutti i neofiti sul comportamento “cavalleresco” da tenere:

 

Sono poche ma significative “regole” che se rispettate fanno sicuramente il bene di tutti. Anzi, forse andrebbero scritte sulla roccia e fatte leggere a qualche scooterista (stop).

 

 

E’ arrivato il momento ….. GASSSSSSSSS.

Si parte imboccando la statale verso la Francia in direzione di Tende. Un susseguirsi ritmico di ampi tornanti che salgono sino al Tunnel della frontiera Italia-Fracia. Usciti in terra francese, la strada scende repentinamente sino a Tende attraversando splendidi boschi e freschi ruscelli montani. Superato l’abitato di Tende raggiungiamo nel fondo valle S.t. Dalmas, svoltando verso sinistra prima di entrare in paese e dirigendo verso La Brigue. Proseguiamo percorrendo la strada principale che costeggia un torrente e giunti a Planese percorriamo la strada in salita sulla destra che porta a N.D. des Fontaines. Fine dell’asfalto. Qui inizia veramente la terra. Tra l’altro vengo pure “cazziato” da Toldessa in quanto non rispetto la mia posizione di “ultimo della fila” come scopa ufficiale. Và bè, era tutto asfalto. Rispettando quindi quanto detto nel Briefing, si parte ad uno ad uno distanziati … l’ultimo indovinate un po’ …. sono io!

La strada sale in un bosco, fondo piuttosto viscido in ghiaia, stretti e ripidi tornanti intervallati da veloci curve destra/sinistra, una sola parola: POLVERE.

Domiceb tutto “incipriato”

 

Veramente tanta ma tanta polvere che rende impercettibile l’esatta ubicazione della strada; decido di rallentare e prendere spazio da chi mi precede anche perché la strada è continuamente attraversata da tagli longitudinali per il deflusso dell’acqua piovana che sono ottimi trampolini se visti in anticipo ma vere e propie “trappole” se ti capitano sotto le ruote all’improvviso. La mia esperienza off-road motociclistica è ferma ad una decina di anni fa, quando praticavo enduro, ho comunque una discreta tecnica di guida sulla terra, derivante da anni di mtb a livello agonistico. Mi bastano quindi pochi chilometri per “rispolverare” le nozioni base di equilibrio e per “assaggiare” il Domi su questo terreno. Devo dire che il suo comportamento è eccellente: il motore risponde prontamente e scarica a terra dolcemente la sua potenza, le gomme (tassellate MT21 della Pirelli) sono perfette; su di un binario l’anteriore, con un ottimo grip il posteriore. Unica nota dolente, se così si può definire, sono le sospensioni: chiaramente non strutturate per un uso così intenso, si dimostrano leggermente soffici anteriormente (ho preso diverse botte al cerchio) e tutto sommato sufficienti al posteriore. Insomma, non sarà la moto ideale per questo percorso ma sicuramente è molto ma molto divertente.

Ivan e Domiceb ammirano “La Creatura”

 

Facciamo la prima sosta in uno spiazzo nel bosco ove termina la salita; tutti entusiasti e galvanizzati. Personalmente più che “uomo scopa” mi sento tanto “uomo di sabbia” visto che mi sono sciroppato la scia di una quindicina di moto: decido per tanto di presentare le mie dimissioni dall’incarico, per altro subito accettate.

 

Riprendiamo il cammino procedendo in quota, sul sentiero che segue la costa della montagna proponendo sulla destra un certo “dislivello”….. l’importante è non soffrire di vertigini. Improvvisamente la strada si infila in un buio tunnel che oltre ad una scarsa visibilità, propone un terreno reso viscidissimo dall’umidità della galleria. A farne le spese è Cesaredb, che quasi all’uscita, scivola a terra. Nulla di grave per fortuna, si può continuare.

 

Dopo poche centinaia di metri un altro inconveniente: questa volta è la foratura dell’XR di Admo. No problem, si smonta la camera, si sostituisce, si gonfia ……. si rigonfia….. si gonfia ancora …… porcaccia miseria…. è ancora bucata!!!

Qualcuno ha le pezze per la riparazione? Drastica risposta negativa. Ma proprio in quel momento si ode nel bosco alle nostre spalle il “dolce” rumore di una moto. Tedesco di Germania sul suo bel KTM arriva Martin, simpaticissimo pilota teutonico che in men che non si dica si ferma ed estrae dal prodigioso zaino quello che ci mancava (è proprio il caso di dirlo: i tedeschi sono proprio tedeschi!!!). Scatta spontaneo l’applauso al baffuto amico e l’immediato invito alla cena della sera (tra l’altro soggiornava nel nostro stesso camping).

Maledetta pietra !!!

 

Il grande Martin… Tetesco di Cermania

 

Lo zaino di Eta Beta

 

Si riparte

 

Dopo aver salutato Martin, si riparte in direzione di Monesi. Tratto piuttosto facile, nella prima parte sempre a mezza costa e nella parte finale sino al paese con strette curve in discesa nel rigoglioso bosco. Arriviamo quindi a Monesi e decidiamo per la strada da prendere.

 

Puntiamo verso Briga Alta, iniziando con un tratto semi-asfaltato in una stradina molto stretta e tortuosa che ci porta velocemente in quota. Qui incontriamo un grande numero di motociclisti, 4x4 e MTB, ed approfittando di un bel campo verde, ci fermiamo per il pranzo in prossimità di una freschissima cascatella. Il paesaggio è stupendo. L’odore di escrementi di mucca …. un po’ meno, ma fa parte del gioco. Ci rilassiamo e rifocilliamo qualche minuto prima di riprendere il viaggio verso il tratto più difficile del percorso, qui servono veramente tutte le forze disponibili.

 

Anche le nostre care Dominator meritano qualche scatto: bellissime anche se impolverate.

Domiceb (nera) e Admo (in secondo piano)

 

Do-Maniac (bianca) e CesareDb (rossa)

 

Gionik

 

Ripartiamo seguendo la strada principale che ci porterà verso Colle Lago dei Signori ad oltre 2000 mt. di quota. Il respiro si fa pesante, complice oltre alla fatica anche l’altitudine, il paesaggio intorno a noi cambia e diventa quasi lunare. La verde erba dei prati viene sostituita da bianchissima roccia che affiora ovunque e anche le cime dei monti intorno a noi sono così fatti. La strada sale dolcemente, ma è il fondo a peggiorare; ghiaia sempre più grossa e pietre ovunque. Lingue di roccia emergenti dal terreno si alternano a grosse pietre smosse, rendendo assai problematico il passaggio delle nostre ruote. La fatica si fa inoltre sentire e dover sorreggere la moto che scivola come un puledro imbizzarrito diventa ogni metro più difficile. Andrea, che deve “reggere” i 200 e passa kg della sua BMW è veramente stremato quando raggiunge la cima. Ma il panorama che si gode dalla sommità della montagna, cancella ogni fatica ed ogni affanno. Cime bianche a 360° e verdi prati sul fondo valle, spettacolare. Incontriamo tantissimi motociclisti che si godono la vista e fraternizziamo facilmente uniti dalla stessa passione.

 

Ora possiamo avviarci verso la conclusione del nostro giro. Scendiamo di alcuni metri di quota, inizialmente percorrendo strade ancora molto pietrose ma decisamente più facili rispetto alla salita. Giungiamo quindi all’ultimo tratto di sterrato che attraversando un ultimo “passaggio” tra le rocce, sfocia nella valle che sovrasta Limone Piemonte e con 4 grossi tornanti in terra battuta ci porta alla stazione di arrivo della funivia di Limone 1.400. Enorme spiazzo in terra battuta che sovrasta come una terrazza l’intera vallata. Scopriamo, con immenso, piacere che proprio in prossimità della struttura della funivia c’è uno splendido barattino; parcheggiamo ordinatamente (è questo è un fatto veramente raro per il gruppo) le nostre moto e ci tuffiamo in una freschissima quanto meritatissima “bionda”.

La pista da sci

 

Quasi finito lo sterrato

 

Che veduta … e che bevuta !!!!

 

Il “sosia” di Briatore

 

La vallata di Limone Piemonte

 

I commenti positivi al giro si sprecano, ci si scambia opinioni ed emozioni, si condividono e rivivono i momenti difficili quanto quelli entusiasmanti.  Ci si muove ed atteggia  un po’ tutti come un gladiatore che ha vinto la propria battaglia, ma concedetecelo, siamo stati tutti bravi. Hanno vinto le nostre moto che si sono comportate come instancabili destrieri, ha vinto la natura che ci ha ospitato rispettandoci perché rispettata, ha vinto la voglia di vivere insieme una avventura con la A maiuscola, ha vinto l’amicizia che ci lega e che ci fa unire le forze verso un unico obbiettivo, ha vinto l’orgoglio nel dire “Io c’ero”. Dopo la ventata di autostima che ha invaso ognuno di noi, torniamo sulla terra, e scendiamo a valle sino a Limone. Degno di nota il tratto di panoramici tornanti che in picchiata ci riporta sulla statale poco prima della frontiera. Si ritorna ordinatamente stanchi verso il campeggio, il bello deve ancora venire!!! Giunti alle tende e tolti i caschi le espressioni trasudano (e sudano) un misto di stanchezza e felicità… la prima la eliminiamo con una “interminabile” doccia….. la seconda deve ancora scomparire adesso.

Da dx: Andrea, Giacomino e Giuly

 

Da dx: Gionik e Do-Maniac

 

Domiceb

 

Da dx: l’amico di DD75, DD75 Watz indaffarato vicino al furgone

Da dx: Vittorio e CesareDb

 

Il nostro “parco chiuso”

 

Concludiamo la serata con un banchetto degno della corte di Re Artù: nel nostro gruppo la “cavalleria” non ha eguali, incarichiamo pertanto Vittorio (il più vecchio solo anagraficamente)  di partire per la spesa dotandolo di una lista lunga qualche metro. Solo alcuni numeri: 5 kg di salsiccia, 25 braciole e 25 costine, 4 salami, 24 lattine di birra, 10 bottiglie di vino, 1 kg di pomodori ed 1 km di insalata, 2 crostate alla frutta, 1 kg di nutella e “dulcis in fundo” …. 15 bocche da sfamare + l’amico Martin (ci è venuto alla fine, ahh se ci è venuto !!).

Marco61 ai fornelli (tra l’altro proprio suoi)

 

Ivan e Waltz intenti in una difficilissima “operazione chirurgica”

 

AMICIIIIII !!!!

 

Domenica 9 Luglio

Inizialmente il programma prevedeva un giro di 100 km anche oggi, ma l’accesso dell’Italia alla finale della Coppa del Mondo ha suggerito a tutti di ridurre i chilometri per partire piu presto nel pomeriggio e arrivare a casa per tifare Italia.

Il risultato ha per altro ampiamente ripagato tutti noi: GRAZIE AZZURRI. Così, si decide di anticipare la sveglia alle 7:00 in modo di poter partire per le 8:00 al massimo. Contrariamente al giorno precedente, le cose non vanno proprio come immaginate, quindi la partenza risulterà spostata di circa un ora.

Domiceb un po’ “spaesato”

 

Si aspettano infatti due amici di Domy 74 che si uniranno a noi con altre moto “infiltrate speciali”: una splendida Yamaha 426 e un TTR 600. A bilanciare il gruppo, non saranno dei nostri Andrea, Giuliano e Giacomo che decidono di partire in mattinata.

Bravo Giuly, tenere tutti quei kg BMW non è da tutti

 

Ci avviamo quindi al solito distributore a rifornire i mezzi, il benzinaio ormai ci conosce e si sfrega le mani accogliendo 15 moto che devono fare il pieno.

 

 

L’itinerario odierno ci porterà sino a Tende, questa volta in sterrato. Superato quindi il tunnel della Frontiera, al primo tornante, imbocchiamo la strada sterrata sulla destra che sale verso la montagna. Questa volta superiamo noi stessi ed improvvisiamo una partenza modello Motorally: tutti in fila quindi ad attendere il proprio Via con la prima moto a partire rombante al massimo, a cadenza di 30 secondi ognuno di noi vive quindi il proprio momento “agonistico”. La cosa buffa è che alcuni MTBiker che si erano fermati dietro di noi, principalmente per non essere letteralmente ricoperti di polvere, si sono goduti il nostro “grottesco” spettacolo e si sono messi a ridere divertiti per quanto stesse accadendo: secondo me, ci hanno dato dei “deficienti”!

La strada inizia con una repentina salita composta da una miriade di tornanti, brevi tratti rettilinei e subito la curva con tanto di traiettoria di appoggio. Passati i primi con qualche incertezza, la velocità aumenta decisamente quando inizio a “fidarmi” dall’appoggio che offre il terreno. Cadenziando le partenze, guardare chi segue nel tornante sottostante, offre alla vista un carosello di moto che vanno e vengono in ogni direzione; veramente bello.

 

Scolliniamo in cima al Colle di Tenda dal quale si possono scorgere immensi prati verdi sui quali sorgono imponenti gli antichi Forti in pietra. Il punto è meta di numerosi escursionisti, qualcuno anche in macchina salito dall’opposto versante; il codice dei fuoristradisti indica quindi di moderare la velocità.

 

Proseguiamo la nostra strada sull’altopiano sino ad un immensa cresta ricoperta di erba che ci suggerisce una breve sosta per goderci il panorama.

Non è raro vedere le marmotte che vivono in questa zona, e siamo stati veramente fortunati ad avvistarne una coppia che a guardia del proprio territorio si ergeva in piedi nella classica mossa del simpatico animale; aver spento i motori ha ulteriormente tranquillizzato i nostri simpatici amici che dall’alto della loro tana ci osservavano attentamente e curiosamente. Ma si deve ripartire... ciao marmotta... noi andiamo. Ci imbattiamo quindi in un sottobosco molto bello, fatto di canarole e curve in appoggio che ci costringe però al classico dito alzato e roteante: si torna indietro, la strada finisce. Tutti a girare le moto e ripercorriamo la strada a ritroso, un altro bivio, si gira a destra.... anche questa non è la direzione giusta.

Testa o croce?

 

La strada si inerpica bruscamente ed in una curva molto stretta faccio la mia prima caduta!!! Stupidamente mi fermo e cerco appoggio alla gamba destra proprio dalla parte in pendenza.... la tengo la tengo la tengo.... patapam.... non l’ho tenuta. Nulla di grave, anzi proprio nulla, tranne un immensa fatica per rialzare la moto. E và bè, capita no? Leggermente imbufalito per l’infausta figura, risalgo in sella e scarico la mia rabbia percorrendo le successive centinaia di metri a “manetta”: inconsciamente mi rendo conto che è un modo per esorcizzare la caduta e per riacquistare autostima. Ritorniamo al punto dove avevamo avvistato le marmotte e troviamo un bellissimo cartello con tanto di frecce che indicano “Tende”... ma a cosa pensavamo prima?

 

Imbocchiamo quindi il tratto che reputo il più bello dell’intero percorso: un immenso bosco in discesa con tornanti ogni 500 mt circa, ma con i tratti rettilinei sovente attraversati dai famosi canali di scolo dell’acqua piovana. Questa volta la polvere è ridotta, grazie all’umidità trattenuta dalle piante, il terreno risulta compatto ed invita alla velocità. Una ritmica “danza” fatta di salti e curve, con una luce filtrante dai rami degli alberi che crea una scena quasi fiabesca. La lunghezza del tratto permette inoltre di acquisire familiarità con questo tipo di guida e ci porta a migliorare ad ogni dosso. Quasi alla fine del bosco un ulteriore sosta: qualcuno di noi ha perso quasi totalmente l’uso del freno posteriore (o forse la voglia di ritornare al campeggio per partire è la vera ragione) e per un attimo rischiamo di formare due trance. Niente paura, l’allarme rientra, tutti insieme seguendo il nostro Maestro Waltz. Purtroppo, come già capitato oggi, forse anche il Maestro “sente” la partita, e ci conduce in una strada che si stringe sino a diventare un sentiero: impraticabile per le nostre moto e soprattutto dalla parte opposta dove dovremmo andare. Dietro front un’altra volta. Anche quì, (devo dire che proprio le inversioni a U non sono il mio forte), stessa identica scena: mi fermo, piede fuori, manca terreno, moto a terra. Ma allora è proprio un vizio. Mi sà che la prossima volta che devo invertire la rotta, scendo prima dalla moto (meditate gente.... meditate). Questa volta però il danno è leggermente più serio: leva del freno piegata... come un forchetta. Qualche minuto per smontare il paramani che impediva alla leva ritorta di mollare il freno, e siamo pronti per ripartire... basta dietro front! Ci apprestiamo quindi a concludere il nostro giro, “picchiando” verso Tende.

L’abitato di Tende

 

Una stradina semi asfaltata non più larga di un metro e mezzo, che con tornanti ripidissimi ci conduce nell’abitato di Tende. Il giro in sterrato si è “ufficialmente” concluso. Approfittiamo del tempo, che è dalla nostra parte, per fermarci in centro paese e goderci una breve sosta rifocillante. Assaltiamo quindi il Bar locale, mischiandoci alla “gente comune” che ci guarda sorridendo. Alcuni si bevono una fresca birra, personalmente, visto i circa 270 km che mi aspettano per tornare a Milano, preferisco “infilarmi” nell’adiacente “buolangerie” per concedermi qualche specialità locale. In effetti i Francesi non sapranno giocare a pallone, ma in quanto a pane, focacce e dolci, ci sanno veramente fare.

Turisti

 

Turisti stanchi

 

Siamo anche in tempo per veder passare una sfilata in costume, non sò cosa si festeggiasse .... forse la Francia in finale? Non conoscendo ancora quale fosse il verdetto della partita, ce ne siamo guardati bene dall’esultare o dall’esporre bandiere Italiane.

Il Domy in parata

 

Carini

 

Ripartiamo quindi per l’ultimo tratto, circa una ventina di chilometri, che ci riporterà al campeggio di Limone Piemonte. L’ultima, se pur minima sfortuna, si manifesta con la foratura di Toldessa. Questa volta, vista l’entità del foro, si decide di proseguire lentamente sino al campeggio senza sostituire la camera d’aria. La decisione si dimostra azzeccata. Giunti al campeggio, velocemente si smontano le tende e si caricano i furgoni.

 

 

Il saluto è ogni volta meno “triste”, vista la consuetudine con la quale ci si incontra. Ciao Ragazzi, ci si sente domani sul Forum. E così sarà. Rimaniamo quindi io e Do-Maniac, soli per la strada del ritorno. Il caldo è parecchio, e la fatica si sente nei muscoli. 270 km sono un’eternità e lo zaino che indosso sembra aver triplicato il suo peso. Il Dominator “scalda” sotto il sole cocente e la velocità costante innesca una certa sonnolenza. Ci fermiamo quindi per un caffè all’Autogrill e manco a farlo apposta incontriamo una coppia sulla cinquantina, che a bordo della propria BMW stà rincasando dopo aver percorso tutto l’Alto Piemonte. Noi veniamo dalla Via del Sale, recitiamo fieri, e le moto infangate ed impolverate lo testimoneano. E’ proprio vero... i motociclisti sono una grande famiglia.

Arriviamo quindi a Milano, saluto Do-Maniac, che per la cronaca deve ancora raggiungere Bergamo e che, niente popò di meno domani partirà per Messina.... via terra.... col Dominator. Passo quindi dal primo lavaggio a gettoni che incontro e pulisco per bene la mia cara moto, domani si và in centro a lavorare e deve essere bellissima.

 

I miei più cari ringraziamenti a tutti i partecipanti per l’indimenticabile avventura e alla cara Dominator, che ancora una volta si è dimostrata moto adatta a qualsiasi occasione. Ciao Ragazzi, alla prossima edizione 2007.

DOMICEB

Nel numero di ottobre 2006 della rivista MOTOCICLISMO FUORISTRADA è stato pubblicato un articolo che parla di noi e della nostra avventura, questo è il link